Rapporto dei Direttori sulla Campagna di scavo 2010
La Missione Archeologica del Centro di Studi Papirologici dell’Università del Salento, Lecce, diretta da Mario Capasso e Paola Davoli, ha svolto l’Ottava Campagna di Scavo a Dime es-Seba (El-Fayyum), l’antica Soknopaiou Nesos, dal 26 ottobre al 2 dicembre 2010.
Alla Missione hanno inoltre partecipato Stefania Alfarano (assistente di scavo), Carolin Arlt (demotista, Würzburg Universität), Giada Bianco (studente), Clementina Caputo (ceramologa), Mohammed Barakat (assistente dei direttori), Ludovica Gorla (archeologa, Milano Bicocca), Silvie Marchand (ceramologa IFAO), Raffaella Milano (disegnatrice), Giuseppe Alvar Minaya (supervisor), Anna Chiara Muscogiuri (studente), Simone Occhi (topografo), Elvira Pisanello (schedatrice), Carlotta Quarta Colosso (papirologa), Borna Scognamiglio (archeologo, Paris-Sorbonne), Martin Stadler (demotista, Würzburg Universität), Salvatore Taurino (archeologo), Stefania Trizza (assistente di scavo). Il Supreme Council of Antiquities è stato rappresentato dall’ispettore Samhan Mohammed Abd el Salam.
La Missione ringrazia il prof. dr Zahi Hawass Presidente del Supreme Council of Antiquities, il Direttore Generale delle Missioni Straniere Mohammed Ismail, il Direttore del Medio Egitto Abd el Rahman el Aidi e il Direttore dell’Ispettorato delle Antichità del Fayyum Ahmed Abd el-Aal Mohammed per il sostegno ricevuto nel corso del lavoro. Essa inoltre esprime la sua gratitudine sia al cav. Luca Trombi, che, come ogni anno, ha assicurato alla Missione un generoso e fondamentale sostegno finanziario, sia ai sostenitori della “Associazione Culturale Soknopaiou Nesos Project”. In particolare si ringraziano il Centro Internazionale di Studi Borgiani di Velletri, presieduto dalla dr Rigel Langella, e la prof. Dora Liuzzi (Lecce), per le borse di studio da loro messe a disposizione per i giovani partecipanti alla Missione.
Un particolare ringraziamento va anche al Ministero degli Esteri Italiano per il contributo finanziario 2010 e alla sezione archeologica dell’Istituto Italiano di Cultura al Cairo diretta dalla dr R. Pirelli, che ha curato i rapporti con il Supreme Council of Antiquities.
Lo scavo 2010
La Campagna di scavo si è svolta all’interno del grande recinto templare, nell’area situata al centro del temenos. Due sono i settori indagati, ad est e ad ovest del tempio dedicato al dio Soknopaios (ST 20) –1–, costruito in epoca tolemaica.
Settore Est –2–: si è continuato lo scavo iniziato nel 2009 del lato esterno orientale del tempio, corrispondente a m 13 x 5,50, per uno spessore di circa 2 m. L’area era ingombra di blocchi, architravi, vari elementi architettonici del tempio stesso e di detriti derivati dallo smantellamento delle sue strutture murarie. Al di sotto dei detriti si è conservato parzialmente uno strato antropico di frequentazione di epoca tardo-antica, con presenza di anfore di tipo Late Roman 7. Il pavimento originale, costituito da lastre di pietra, non si è conservato nel tratto scavato.
Il paramento esterno del tempio, è realizzato a bugnato decorativo (rustica masonry), come la facciata dello stesso edificio. Alla base del lato est è stato addossato un rivestimento alquanto insolito costituito da sei corsi di blocchi di calcare grigio-violaceo, la cui faccia a vista è ben levigata e rastremante verso l’alto. Tale rivestimento era già stato rinvenuto lungo il muro nel settore indagato nel 2009. Esso prosegue lungo tutto il muro perimetrale orientale del tempio nella sua parte inferiore ed è conservato solo per tre corsi. Tale rivestimento aveva certamente una funzione decorativa ma anche probabilmente protettiva della parte bassa dei muri soggetti ad erosione.
1 2
Settore Ovest: è stato iniziato lo scavo dell’area esterna al santuario lungo il suo lato perimetrale occidentale. Da nord a sud l’area indagata misura 16 m ed è larga da est ad ovest 5 m. Ad ovest dell’edificio di mattoni crudi ST 23 era una discarica originata da scavi effettuati tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. In essa sono stati recuperati 150 ostraka demotici, verosimilmente pertinenti ad un unico archivio conservato originariamente nella struttura ST 23 costruita in epoca romana nella parte occidentale del cortile C1. Infatti, nell’ambiente D dello stesso edificio furono rinvenuti nel corso della Campagna 2005 altri ostraka di analogo contenuto. Si tratta di piccoli ostraka databili al periodo romano e contenenti ciascuno un nome di persona. Il rinvenimento è di particolare importanza sia per il numero dei materiali recuperati sia perché i testi contribuiscono alla prosopografia e alla storia religiosa del sito.
Nell’area corrispondente all’estremità sud-ovest del tempio la stratigrafia rinvenuta era molto simile a quella presente lungo il lato orientale del santuario. Era composta da sabbia eolica mista a elementi litici nella parte superiore e da una concentrazione molto compatta di materiali derivati dallo smantellamento delle pareti del tempio in quella inferiore. Quest’ultima sigillava un piano di calpestio databile all’epoca tardo-antica –3–, ricco di ceramica e frammenti di oggetti appartenenti all’arredamento del tempio, come statue, naoi litici e lignei. Davanti all’ingresso laterale di ST 20 vi è una rozza pavimentazione in blocchi e lastre di pietre diverse poste in opera nella stessa epoca. Al di sotto di essa è stato rinvenuto l’originale pavimento –4– esterno del tempio costruito con grandi lastre di calcare grigio, simile ai pavimenti rinvenuti all’interno del tempio e del cortile antistante ad esso. Una piccola stele di epoca romana, non intera con iscrizione greca e raffigurazione di Soknopaios è stata trovata riversa su questo pavimento.
3 4
Dal 7 al 10 novembre è stato effettuato da Sylvie Marchand un survey ceramologico all’interno dell’insediamento e in alcune aree immediatamente esterne ad esso, oggetto di survey topografico nelle scorse Campagne.
35 settori sono stati definiti e la ceramica al loro interno è stata raccolta e studiata al fine di stabilire la cronologia dei quartieri abitativi visibili (settori 1-14) –5–, delle necropoli (settori 15-25) e di altri nuclei di interesse, come le rive del paleo-lago ad ovest di Dime, le così dette “watch towers” e i “moli” (settori 26-35) –6–. Lo studio della ceramica ha permesso di riconoscere periodi cronologici precedentemente non identificati. Vasellame databile all’Antico Regno –7–, al Nuovo Regno –8– e all’Epoca Tarda –9– è stato schedato e disegnato. La ceramica di epoca tolemaica e romana, ben conosciuta grazie agli scavi condotti dalla nostra Missione, è ugualmente ben rappresentata nelle aree del survey e offre delle informazioni complementari interessanti.
5 6
7 8 9
Nel corso del survey topografico è stata conseguita un’importante acquisizione: è stata accertata la presenza di almeno due vani con scale ricavati all’interno del muro ovest del temenos –10–. Tali scale, analoghe a quella già visibile e situata nel muro sud del temenos a fianco del portale d’accesso, dovevano portare a punti di osservazione orientati verso ovest. Inoltre, l’analisi della stratigrafia e della ceramica situate lungo il lato nord del kom ha permesso di riconoscere una fase di smantellamento attribuibile verosimilmente ai sebbakhin.
Tra gli oggetti rinvenuti si contano in totale 180 ostraka, di cui 177 demotici, due greci e uno greco e demotico –11–, 26 frammenti di papiri greci, demotici e geroglifici, un rotolo-amuleto contenente una figura magica, già rinvenuta in un altro rotolo-amuleto da Soknopaiou Nesos; un documento completo in demotico e parte di una ricevuta fiscale in greco con sigillo. Notevoli per numero e qualità i frammenti di statue rinvenuti.
10 11