Rapporto dei Direttori sulla Campagna di scavo 2008
La Missione Archeologica del Centro di Studi Papirologici dell’Università di Lecce diretta da Mario Capasso e Paola Davoli ha svolto la Sesta Campagna di Scavo a Dime (El-Fayyum), l’antica Soknopaiou Nesos, dal 26 ottobre al 7 dicembre 2008.
Alla Missione hanno inoltre partecipato Stefania Alfarano (assistente di scavo), Alessia Armillis (studente), Angela Cervi (schedatrice), Clementina Caputo (disegnatrice), Mauro Cremaschi (geo-archeologo, Università di Milano), Delphine Dixneuf (ceramologa, IFAO), Moataz Abu el-Nil (assistente dei direttori), Mohammed Ahmed (restauratore), Antonella Longo (papirologa), Giuseppe Alvar Minaya (supervisor), Simone Occhi (topografo), Elvira Pisanello (papirologa), Chiara Pizzi (geo-archeologa, Università di Milano), Borna Scognamiglio (studente), Martin Stadler (demotista, Würzburg Universität), Salvatore Taurino (studente), Stefania Trizza (assistente di scavo). Il Supreme Council of Antiquities è stato rappresentato dagli ispettori Samhan Mohammed Abd el Salam e Mohammed Regay. La Missione ringrazia il dr Zahi Hawass Presidente del Supreme Council of Antiquities, il Direttore Generale delle Missioni Straniere Magdy El Ghandour, il Direttore del Medio Egitto Abd el Rahman el Aidi e il Direttore dell’Ispettorato delle Antichità del Fayyum Ahmed Abd el-Aal Mohammed per il sostegno ricevuto nel corso del lavoro. Essa inoltre esprime la sua gratitudine sia al cav. Luca Trombi, che, come ogni anno, ha assicurato alla Missione un generoso e fondamentale sostegno finanziario, sia ai sostenitori della Associazione Culturale Soknopaiou Nesos Project. Un particolare ringraziamento va anche alla sezione archeologica dell’Istituto Italiano di Cultura al Cairo diretta da dr R. Pirelli, che ha curato i rapporti con il Supreme Council of Antiquities.
Relazione archeologica
La Sesta Campagna di scavo si è svolta all’interno del grande recinto templare, nell’area situata al centro del temenos. È continuato lo scavo del tempio dedicato al dio coccodrillo Soknopaios (ST 20) –1– e costruito in epoca tolemaica con blocchi di calcare giallo e architravi in calcare conchiglifero grigio –2–. Sono stati portati alla luce i tre corridoi che circondano il naos, tre stanze laterali ad ovest e due ad est dello stesso naos. Sono inoltre state indagate tre cripte sotterranee con la relativa scala di accesso situata in stretti ambienti inframurari.
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Dalla sala L, posta in luce nel 2007, si dipartono i corridoi est ed ovest entrambi originariamente chiusi da due porte ad un solo battente. Il corridoio ovest (U) è largo m 1,08 e lungo 10,23 m. Esso è pavimentato con lastre di calcare giallo solo in parte conservate. Dal corridoio si aveva accesso a tre stanze o cappelle laterali –3–. La stanza T (3,81 x 2,3 m) è risultata particolarmente danneggiata probabilmente a causa della presenza di una cripta situata sotto al pavimento nell’angolo sud-est, che ha attirato l’attenzione di scavatori clandestini.
Il pavimento infatti è stato quasi interamente smantellato; ne rimane una porzione lungo il lato occidentale, costruita con lastre di calcare giallo. La cripta (X) (0,85 x 0,68 m) era accessibile attraverso lo stretto vano R, in cui è una scala che dava unicamente accesso al vano X, chiuso da blocchi di cui due basculanti; uno di essi è stato rinvenuto lo scorso anno.
La stanza Z (3,83 x 2,3 m), al contrario, conserva il pavimento in lastre di calcare giallo, danneggiato da uno sfondamento centrale dovuto al crollo dell’architrave della porta.
Nell’ultima stanza (Y) (3,84 x 1,85 m) manca completamente la pavimentazione, evidentemente asportata per accedere ad una cripta (AA, 0,70 x 0,78 m) analoga al vano X e situata sotto il pavimento nell’angolo sud-ovest. Ad essa si aveva accesso attraverso lo stretto ambiente J (3,11 x 0,60 m) ricavato nello spessore del muro tra le stanze Z e Y. Anche in questo caso una scala conduceva esclusivamente al nascondiglio, chiuso da blocchi, di cui uno basculante. L’accesso alle stanze-scala R e J doveva avvenire per mezzo di una botola dall’alto.
Il corridoio nord (W) è più stretto degli altri due (0,82 x 8,15 m) ed era ingombro di architravi. Anche qui il pavimento originale non si è conservato. Al corridoio V (1,06 x 10,22 m) si accedeva tramite una porta situata nell’angolo nord-est della stanza L e chiusa da un solo battente. Su questo lato sono state poste in luce due cappelle (BB e K), di cui la prima (3,84 x 1,64 m) è risultata particolarmente danneggiata da scavi clandestini per la presenza di una cripta ubicata sotto al pavimento nell’angolo sud-ovest (DD, 0,82 x 0,76 m). Ad essa si aveva accesso tramite una stretta scala ricavata in un ambiente inframurale (CC). La stanza K (3,83 x 1,76 m) conserva circa metà della pavimentazione in lastre di calcare giallo.
Sul fondo delle stanze e dei corridoi scavati è stata rinvenuta una stratigrafia antropica con ceramica di epoca tardo-romana e bizantina. A questa fase di occupazione va riferito anche un ostrakon copto –4–. Tra i rinvenimenti vanno segnalati numerosi elementi architettonici in stile egiziano e classico pertinenti al tempio e a diversi naoi; due ostraka demotici; 8 frammenti di papiri demotici; 7 frammenti di papiri greci –5–, di cui uno contenente una domanda oracolare di epoca romana; un frammento di un’epigrafe greca; parti di mobili decorati con paste vitree policrome; frammenti di statue, molti dei quali si ricongiungono con quelli rinvenuti nelle campagne precedenti.
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Relazione topografica
È inoltre proseguito il lavoro di documentazione topografica del sito. Sono state portate a termine la pulizia e la documentazione con fotogrammetria del dromos, la strada monumentale che dall’estremità sud della città conduceva al tempio di Soknopaios. È stato così realizzato un mosaico di fotografie che ha consentito di ottenere un disegno di dettaglio estremamente preciso di tutta la pavimentazione. Nel segmento conservato nella parte nord del dromos è stato riconosciuto un pavimento in calcare giallo successivamente ricoperto da una nuova pavimentazione in lastre di calcare grigio. La pulizia del dromos ha permesso di stabilire che la strada era stata costruita con un’altezza di almeno 2,5 m sul piano stradale. L’attraversamento del dromos era consentito da due sottopassi –6– con copertura a volta nel tratto a nord della piattaforma individuata lo scorso anno, e da scale situate nel tratto a sud di essa. La presenza delle scale e dei sottopassi non è attestata in altri dromoi.
Relazione sul survey del territorio
È proseguito il survey del territorio circostante a cura di M. Cremaschi, S. Occhi e C. Pizzi. È stato possibile documentare con precisione l’estensione delle necropoli e documentare per la prima volta le cave di calcare grigio e la presenza di numerose abitazioni e tombe sparse –7–.
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Restauro del materiale
Nel corso dell’intera Campagna Mohammed Ahmed ha lavorato al restauro di alcuni oggetti e monumenti rinvenuti nel 2006-2008, tra i quali la spada di ferro con pomello in ebano –8–, la sfinge trovata nel 2007 in frantumi lungo il dromos, monete e altri oggetti in bronzo.
La prossima Campagna è prevista per ottobre-novembre 2009.